Riflessione inedita sull’armonia
Dico armonia e subito penso alla musica, non a una nota sola, per quanto bella come il “la” sul quale si accordano gli strumenti, ma a una serie di note allacciate in quel modo giusto che forma appunto un’armonia, dove ogni nota sta bene al suo posto e altrove stonerebbe.
Dico armonia e penso ai colori che stanno bene insieme, con tutte le sfumature che si adattano fra loro e ognuna esalta la bellezza dell’altra, ma se sono malamente accostate – per esempio nell’abbigliamento o nell’arredamento – diciamo che sono di cattivo gusto, ciò che in natura non accade mai. Non succede di guardare un prato o una collina, tappezzati dai colori più disparati, e trovarli di cattivo gusto; dove non interviene l’uomo, l’armonia è assicurata.
Dico ancora armonia e penso ai profumi del giardino, e il pensiero mi porta nel Giardino, dove suoni, colori e profumi, si fondono nella perfezione che scaturisce dalla Divina Volontà, e vivono la verginità da ogni stonatura, nulla turba l’equilibrio, né l’onda ritmica della bellezza pensata per essere eterna, progettata per una gioia capace di far vibrare ogni nota sulle corde dell’anima e ottenere un’eco di esultanza.
Dico armonia e guardo gli uomini e vedo che nel volere umano non c’è armonia e neppure speranza di armonia.
Dico armonia e guardo Te, Signore, Ti guardo e Ti lodo, Ti penso e Ti lodo, Ti benedico e Ti lodo: infinita Armonia, sublime nota eterna, madre di ogni nota, Dio.